La nudità che fa paura


«Poi Mosè scese dal monte Sinai. Egli aveva in mano le due tavole della testimonianza quando scese dal monte. Mosè non sapeva che la pelle del suo viso era diventata tutta raggiante mentre egli parlava con il Signore. *Aaronne e tutti i figli d'Israele guardarono Mosè, e videro che la pelle del suo viso era tutta raggiante. Perciò ebbero paura di avvicinarsi a lui. Ma Mosè li chiamò, e Aaronne e tutti i capi della comunità tornarono a lui, e Mosè parlò loro. Dopo questo, tutti i figli d'Israele si avvicinarono, ed egli impose loro tutto quello che il Signore gli aveva detto sul monte Sinai. Quando Mosè ebbe finito di parlare con loro, si mise un velo sulla faccia. Ma quando Mosè entrava alla presenza del Signore per parlare con lui, si toglieva il velo, finché non tornava fuori; poi tornava fuori e diceva ai figli d'Israele quello che gli era stato comandato. I figli d'Israele, guardando la faccia di Mosè, vedevano la sua pelle tutta raggiante; Mosè si rimetteva il velo sulla faccia, finché non entrava a parlare con il Signore.»
Esodo 34:29-35 NR94 https://bible.com/bible/123/exo.34.29-35.NR94

Il popolo non riusciva a guardare il volta raggiante di Mosè perché esso manifestava la loro mancanza di Dio. Dava testimonianza della natura del peccato intrinseca in ogni essere umano.
Perché hanno avuto paura? Cosa rappresenta il velo?

Dio è santo, separato, ed in modo anche incosciente l'uomo sa che per entrare nella Sua presenza deve essere separato da tutti ciò che li rende impuro, o sia, il peccato.

Ho sentito tante storie di persone che hanno avuto un incontro potente con Dio, un immersione nello Spirito Santo così forte e così potente che il tempo e le cose terrene non importavano più nulla. Non c'era fame e né stanchezza, potevano rimanere lì per ore. E la cosa più incredibile che accomuna tutti questi avvenimenti è un profondo senso di inadeguatezza.

Da Treccani:
inadeguatezza: 1. a. [l'essere inadeguato in confronto a qualcosa: l'i. delle politiche ambientali rispetto agli standard europei] ≈ ‖ carenza, inefficacia, insufficienza, manchevolezza. ↔ adeguatezza, idoneità. ‖ efficacia. b. [con riferimento a una retribuzione e sim., l'essere inadeguato alle aspettative: l'i. del compenso] ≈ incongruità, insufficienza. ↑ miseria. ‖ modestia, scarsezza. ↔ adeguatezza, congruità, sufficienza. 2. [con riferimento a persona, l'essere inadatto a fare qualcosa, con la prep. a: l'i. a ricoprire un ruolo di responsabilità] ≈ inabilità, incapacità, inettitudine, inidoneità. ↔ abilità, attitudine, capacità, idoneità.

Quando parlo di inadeguatezza non parlo di senso di incapacità, ma più che altro il senso di aridità, come nel detto: mi sento un pesce fuori d'acqua. Letteralmente queste persone si sono sentite vicino alla fonte di acqua come un pesce così arido e assettato che la prima cosa che sentivano bisogno di fare era inginocchiarsi e chiedere perdono per tutti i peccati che li venivano in mente in quel momento.

Quando proviamo l'acqua della vita così da vicino e così viva ci rendiamo conto di quanto ci siamo rotolati nel fango, di quanto siamo sporchi e ci sentiamo così indegni di essere vicino a quell'acqua così pura e cristalina di cui abbiamo tanto bisogno.

Se penso a diversi personaggi nella Bibbia che hanno sentito Dio parlare oppure hanno compreso la purezza di quell'acqua, di quella presenza divina la maggior parte ha provato "paura" oppure "timore". A volte possiamo notare il timore santo ma in altre storie è paura dello sconosciuto, paura di chi ci vede nonostante pensiamo di essere "nascosti".

Prendiamo l'esempio di Mosè che sente qualcuno o qualcosa che chiama il suo nome (Esodo 3:6). Ha avuto paura o timore? E Pietro che quando comprende chi è quel Gesù che gli parla si butta con la faccia a terra e riconosce di essere un peccatore (Luca 5:8-10). Che sentimento ha provato e perché?

La Bibbia ci racconta che Mosè dopo rimanere troppo tempo nella presenza di Dio, immerso nella Sua gloria, aveva qualcosa di diverso non solo dentro ma anche esternamente: il suo viso splendeva. Quale effetto aveva questo sul resto del popolo? Per quale motivo doveva camminare con un velo davanti al viso? (Esodo 34:33)

Davanti a Dio, che gli parlava come a un amico, lui poteva togliere il velo, poteva essere sé stesso senza paura, ormai quella voce che un giorno era sconosciuta ora era diventata famigliare. (Esodo 34:34)

La luminosa, brillante e cristalina Gloria di Dio mostra quanto siamo nudi, quanto non assomigliamo più al nostro creatore come una volta. Tutto ciò ci fa ricordare le parole del primo uomo, Adamo, quando ha scelto di disubbidire e ha perso qualcosa: "mi sono nascosto, ho avuto paura perché ero nudo" (Genesi 3:9-10)

«Dio il Signore chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?» Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto».»
Genesi 3:9-10 NR94 https://bible.com/bible/123/gen.3.10.NR94

Davanti a noi si presenta la scelta di rimanere nella presenza di Dio attraverso la Grazia per avere la rivelazione di quanto abbiamo bisogno di una copertura spirituale oppure possiamo semplicemente ignorare la luce. Alla fine tutto ciò che è nascosto quando viene esposto alla luce diventa rivelato (Giovanni 3:20-21). Siamo disposti a vedere il nostro stato attuale? La nostra nudità?

Possiamo decidere di continuare a nasconderci nelle nostre scuse, difficoltà, fallimenti, torti e ingiustizie oppure in modo audace e sincero scegliere di entrare nella sala del trono per ricevere una copertura che solo Lui ci può dare (Ebrei 4:16). Quanto più rimarremo immersi in quell'acqua più saremo purificati in modo da diventare come Lui è.

«Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.»
Prima lettera di Giovanni 3:2-3 NR94 https://bible.com/bible/123/1jn.3.2-3.NR94

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