Lascia in ammollo!


Oggi, 13 maggio, è il giorno del mio compleanno e mi sono resa conto che il regalo l'ho ricevuto già nel 2002, quando ho chiesto a Gesù di essere il mio Signore. Oggi potevo non esserci più, ma invece Lui mi ha sostenuta, protetta e mi ha dato una ragione per vivere.


Vorrei essere io oggi un regalo per te e quindi ti racconterò la mia più grande testimonianza: quella che fa di questa data un giorno da celebrare. Lui mi ha ridato la vita.


All'età di 19 anni sono stata diagnosticata da un medico: avevo la depressione. Non era soltanto stress, come pensavo, perché io ero un muro, forte e solido, ma vedevo che i miei capelli cadevano di più, le mie unghie si spezzavano, avevo brividi di freddo senza avere febbre. Quindi, nella mia logica, avevo diagnosticato me stessa: sono caduta di nuovo nello stress.


Questa volta, però, c'era qualcosa in più. Io, che ero una persona solare, sempre in mezzo a tutti e in tutte le feste, avevo all'improvviso delle crisi di pianto di cui non conoscevo l'origine. Una volta, a scuola, un amico si gira verso di me, mentre piangevo: "Tu, che piangi? Cosa sta succedendo?"

Come detto prima, io ero un muro, ma questa volta avevo richiuso me stessa dentro senza rendermene conto. Ero in una prigione. Non avevo più il desiderio di vivere.


In quel periodo avevo cominciato a frequentare un ragazzo della scuola che era di famiglia cristiana. Sapendo che ero in depressione, sua mamma mi ha invitata in chiesa e, siccome non sapevo più dove sbattere la testa, ci sono andata. Ed è stato molto bello. Ma non è che il primo giorno mi sia convertita, no: le cose con Dio non sono come una bacchetta magica.


Quando fai un passo verso il Signore, entri in un processo di ammollo.


A volte, quando ho bisogno di lavare un capo per togliere una macchia ostinata, devo lasciarlo immerso in acqua e detersivo da un giorno all’altro. Per altri tipi di macchie, devo addirittura ripetere più volte lo stesso processo.


La mia conversione è stata così. Questa donna, che voleva vedermi meglio, ha cominciato a portarmi in chiesa tutte le domeniche, mi ha istruita a leggere la Bibbia e a non fermarmi. Ma non sono stati i suoi sforzi a portarmi a Gesù. Certo, lei è stata uno strumento del Suo amore e ne sono grata; oggi mi rendo conto che non ero una persona facile, ma lei non si è arresa.


Se hai già messo il detersivo, non avere fretta: lascia in ammollo. Così è con la Parola inviata da Dio nella vita di una persona.


C’è stata una volta, un’occasione indimenticabile, in cui ho rischiato di morire. Prendevo un ansiolitico ogni sera, poco prima di dormire, e il dottore mi aveva detto che, se vedevo che non faceva più effetto, potevo aumentare da mezza compressa a una. Quindi, di mia iniziativa, ho aumentato la dose. Ma l’errore più grande è stato non avere coscienza degli effetti. La mattina dopo mi sentivo ancora ansiosa, così ho preso un’altra compressa e poi ho preso la macchina per andare al lavoro. (Guarda bene quando prendi delle medicine, attenzione agli effetti che possono generare.)


Gli ansiolitici creano forti effetti di sonnolenza, e avendone preso uno la sera e l’altro la mattina, è come se ne avessi presi due di seguito. Risultato? Mentre guidavo in una strada molto trafficata, i miei occhi cominciavano a chiudersi da soli. Mancavano pochi minuti per arrivare al lavoro, allora ho pregato: “Signore, io non posso tornare indietro perché la strada è lunga, sostienimi almeno finché arrivo in ufficio sana e salva.” E così fu.


Ho trascorso la giornata di lavoro dormendo sopra la scrivania. Ovviamente ho avvisato i miei colleghi del motivo, e loro hanno comunicato al mio datore di lavoro cosa stava succedendo. Lui veniva, toccava la mia spalla, mi spiegava il documento che dovevo fare, io alzavo la testa, come uno zombie preparavo ciò che mi aveva chiesto, stampavo, mettevo sulla scrivania e tornavo a dormire. Ho trascorso così quasi otto ore lavorative.


Grazie a Dio, l’effetto è passato e sono potuta tornare a casa. Ma dopo quell’esperienza mi sono impuntata con Papà e ho detto: “Mai più questa medicina. Mai più la prenderò. Aiutami Tu!” Ecco, ora sì che Lui poteva lavorare!

(Questa è la mia storia. Se stai assumendo farmaci, non interromperli senza consultare prima il tuo medico e non prenderli se non ti vengono prescritti da un dottore.)


Lui mi ha guarita dalla depressione soltanto mettendomi in ammollo nel Suo amore. Pian piano ho cominciato ad avere una ragione per cui vivere, e sempre di più mi rendevo conto dei cambiamenti: fisici e mentali.


Il Signore mi poteva guarire all’istante? Certo che sì, non ne ho dubbi. Ma se l’avesse fatto, io non sarei stata qui a raccontartelo. Più mi avvicinavo a Lui e più Lui mi mostrava non solo cosa avevo bisogno di cambiare (e la lista era enorme), ma anche chi ero io per Lui: qualcuno che aveva una vita, uno scopo, una ragione per vivere.


Caro lettore, se ti senti vuoto, senza scopo, se non hai più una ragione di vita, chiama Gesù. Non aspettarti il miracolo istantaneo, ma mettiti in ammollo nella Sua presenza, aggiungi il detersivo della Sua Parola e permettiGli di renderti bianco come la neve. Nessuna macchia può resistere al potente sangue di Gesù.

Oggi ho 42 anni, sono sposata e madre di 3 figli stupendi e come famiglia cerchiamo di essere uno strumento affinché altri possono conoscere il Suo grande amore che ha cambiato la mia vita.


PER I LETTORI CORAGGIOSI:


La depressione mi ha portato a pensare che la mia vita non avesse più senso. Ho praticato autolesionismo perché pensavo di essere nata per rovinare la vita della mia famiglia (una bugia a cui credevo); creavo nella mia mente scene della mia morte. A volte in macchina, in mezzo alla strada, vedevo un camion e immaginavo la scena: il camion che scontrava la macchina dove ero io. Non l'ho mai fatta finita per solo paura.


Un giorno, mio padre mi ha portato da una psicologa e le ho parlato delle mie difficoltà. Le ho detto che mi sentivo senza speranza, ma non avevo il coraggio di fare qualcosa di irreversibile. Lei mi ha risposto: "E se un giorno avessi il coraggio?" Mi ha detto che non potevo continuare a vivere con questo peso. Pensate che abbia continuato a vedere la psicologa? No. Mio padre era rimasto molto preoccupato, ma io non mi sono lasciata abbattere.


Se ti senti senza speranza, se pensi di essere un peso per gli altri o se non ti senti amato o accettato, c'è qualcuno che può capire il tuo dolore. Lui ha vissuto la sofferenza, è stato rifiutato e ha dato la sua vita per te. Sta bussando alla porta del tuo cuore. Gli aprirai?


«Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.»
Apocalisse di Giovanni 3:20 NR94
https://bible.com/bible/123/rev.3.20.NR94


Gesù è il miglior psicologo perché conosce il tuo cuore, ma non dobbiamo restare soli. Come Diva è stata per me uno strumento di speranza, così anche tu hai bisogno di qualcuno che ti sostenga, che ti incoraggi e preghi con te e per te.

Se ti senti solo, fai con me questa preghiera:


"Signore, so che ho commesso degli errori, ma ti chiedo di perdonarmi e di liberarmi dalle mie paure. Ti accetto come il mio Signore e Salvatore. Tu mi puoi salvare e guarire. Ti prego, metti qualcuno al mio fianco per camminare con me. Amen."


Se hai bisogno di un sostegno, scrivimi nei commenti e io pregherò per te. Se stai cercando una chiesa, lascia un commento e cercherò di aiutarti a trovare quella più vicina a te.


(Nota: Se stai attraversando momenti difficili, non rimanere solo: cerca una persona di fiducia a cui parlare. È un passo importante per superare la sofferenza. Parlarle è l’inizio della guarigione.)


Dio ti benedica! Lui ti ama! ❤️

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